martedì 26 marzo 2013

Tre critici che hanno scritto di me


Roberto Sanesi (http://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Sanesi), da Corriere della Sera (27 gennaio 1998).
“Prima la musica, poi la fotografia, ora le arti visive. Ma si direbbe che non si tratta, per Luca Bossaglia, di attività alternative. Questo inoltrarsi del giovane artista in terreni tecnicamente diversi, a giudicare dalle sculture esposte, non risponde a una generica versatilità. Il rischio dell'eclettismo si annida di solito altrove, non nella curiosità intellettuale e creativa, ma nella sua risoluzione insostenibile o incerta. Quando insomma si avverta nell’opera l'assenza di una sua «necessità». E appunto non è il caso di Bossaglia, i cui oggetti affascinanti e misteriosi rispondono a un progetto di totalità.” 

Flaminio Gualdoni (http://it.wikipedia.org/wiki/Flaminio_Gualdoni) (http://www.flaminiogualdoni.com), dalla prefazione al catalogo della mostra “Metafore” (2000). 
“Si gioca il senso di un’esperienza tutta, Bossaglia con questi lavori. Con un nitore morale, va sottolineato, che lo tiene ben lontano dai facili giochini new age che si spacciano oggi: lui, Luca, è proprio radicalmente old age, e molto old: qui sta la sua atipica qualità, preziosa, preziosissima.”

Rossana Bossaglia (http://it.wikipedia.org/wiki/Rossana_Bossaglia), da “Orientamenti attuali dell’arte italiana - Artisti a Tel Aviv” (2001).
“Nelle sculture di Bossaglia il tema più facilmente riconoscibile è quello dell’albero; ma anche dell’animale o, per contro, di elementi stellari. Se il ritmo delle composizioni schematizza e trasfigura tutti i dati naturalistici, questa volta non è corretto parlare di astrazione, bensì meglio di una tensione simbolica. È ben vero che l’arte è sempre simbolo, nel suo fissare qualsiasi riflessione o emozione personale in un linguaggio che va oltre l’individuo e si offre all’interpretazione di chi la recepisce. Ma ci sono casi in cui le simbologie si offrono come tali, sono l’intenzione dell’artista; e in un panorama fantastico raccolgono tematiche filosofiche.”