Dal catalogo della mostra la presentazione di Flaminio Gualdoni.
Luca Bossaglia, l’artefice
Pfolemaios occhieggia ancora, disco sapienziale, come ad avviare il viaggio tra le sculture di Luca Bossaglia. Un viaggio che ripercorre quello dell’artista stesso, tra segni di natura e segni di cultura ai quali l’artista chiede di rivelarsi in simbolo, per complessi trascorrimenti e metafore, per collisioni, accumulazioni, frammentazioni significative.
Da tempo Bossaglia conduce una tutta sua personale partita con le pratiche dell'arte. Atipica e inattuale quanto suggestiva, va subito specificato. In primo luogo, per la scelta coraggiosa di immergersi senza pregiudizi formali e culturali in un atteggiamento fabrile ad alta valenza artigianale. Folgorato dall’arte del vetraio, alla quale in altra veste molto delle sue energie e competenze ha destinato, egli ha deciso di assumere su di sé il retaggio del “sacro artefice”, del metallurgo e, appunto, del vetraio: i quali, ben sappiamo, in antico non solo erano magistri d’un’arte, ma ne possedevano quel segreto che li rendeva, a tutti gli effetti, possessori e portatori di saggezza, in grado di colloquiare con i segreti del mondo.